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Il futuro del trattato del Quirinale

Cosa comporterà la firma del trattato del Quirinale? Quale sarà il suo futuro? Qui di seguito sono riportati alcuni spunti di riflessione su quello che potrebbe essere l’avvenire e alcune criticità che lasciano ancora dei punti di domanda che solo il tempo potrà chiarire.

Il Trattato del Quirinale è un investimento per il futuro di Italia e Francia ed è un modo per rendere più forte l'Europa

Sergio Mattarella

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Quello che si può dire del trattato del Quirinale è che questo rappresenta una grande novità: un accordo che non toglie niente a nessuno ma che aggiunge strumenti per indirizzare la fase attuale, sia nel contesto bilaterale che nel contesto europeo.

Il trattato va visto quindi come un’opportunità per Italia e Francia per una migliore conoscenza reciproca che consentirà, in futuro, di gestire tutti i nuovi problemi, come quelli passati, perché ci si confronterà prima di prendere decisioni di interesse comune. Quindi il nuovo trattato sarà un ottimo esercizio di cooperazione per entrambi i paesi.

 

Il trattato va così percepito come un’occasione di sviluppo e come strumento di facilitazione per dare un valore aggiunto a tutti i campi che questo tocca. Nel futuro, però, bisognerà valorizzare le competenze e trasformare queste opportunità in risultati concreti.

 

L’efficacia del trattato si misurerà sulla base dei risultati che questo porterà, proprio a partire dai meccanismi di partecipazione periodica dei ministri dell’altro paese nei rispettivi consigli dei ministri. Questo è stato anche il successo del Trattato franco-tedesco dell’Eliseo perché questo meccanismo è riuscito ad avvicinare procedure e modalità di riflessione su decisioni rilevanti per il futuro di entrambi i paesi.

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Le criticità

Il futuro porta sempre con sé incertezze e dubbi, non mancano infatti quelli sul trattato del Quirinale. Vediamo qui di seguito quali sono le criticità più importanti.

L’opinione pubblica​

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Spesso, l’opinione francese dell’Italia e quella italiana della Francia sono state segnate da una visione non veritiera delle realtà dell’altro paese. I luoghi comuni hanno preso il posto di una reale conoscenza francese e italiana da parte dei cittadini dei rispettivi paesi.

In Italia, in alcuni casi si è alimentato una forma di complottismo antifrancese in quanto si leggeva in ogni mossa parigina un presunto espansionismo e perfino imperialismo. Si tratta di atteggiamenti che derivano dalle percezioni storiche tornate in auge nel contesto politico italiano del XXI secolo.

La Francia, da parte sua, ha sempre avuto una grande indifferenza nei confronti dell’Italia, vedendo quest’ultima solo dal punto di vista culturale e religioso.

Riuscirà, quindi, questo trattato a migliorare anche la rispettiva visione dei due paesi e ad abbattere i luoghi comuni per una migliore integrazione anche a livello dei cittadini?

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L’elezione di nuovi presidenti​

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È chiaro come l’elezione di Mario Draghi alla Presidenza del Consiglio italiano ha segnato un punto di svolta per la firma di questo trattato in quanto si ha una forte amicizia e intesa tra lui e il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron. È giusto quindi, in questo contesto, domandarsi se il trattato sarà soggetto alle influenze politiche? Cosa succederà se vinceranno le elezioni gli euroscettici?

L’Europa

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Come è stato sottolineato più volte, il trattato del Quirinale si pone come obiettivo quello di una cooperazione rafforzata nel contesto europeo. L’Europa è quindi al centro delle iniziative sancite nel trattato. Come però un trattato bilaterale, quindi firmato da soli due paesi, potrà favorire il multilateralismo europeo?

L’europeismo italiano è tradizionalmente propenso a un pronunciato multilateralismo, mentre la firma del trattato del Quirinale crea per la prima volta un rapporto privilegiato con un singolo paese, la Francia, che dal canto suo ha sempre mostrato un interesse e un attivismo bilaterale.

Questo accordo permette sicuramente di stringere i legami tra i due paesi, già legati nel contesto dell’Unione Europea. Potrebbe essere, però, anche un rischio causando un aumento della frammentazione comunitaria?

Il rapporto franco-tedesco

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Il primo alleato francese è senza dubbio la Germania, con la quale è stato firmato il Trattato dell’Eliseo nel 1963. Con la firma del trattato del Quirinale è stato chiesto al Presidente della Repubblica francese, Macron, se si può parlare di un nuovo alleato per la Francia. La sua risposta è stata negativa sottolineando la forte amicizia e il rispetto che lega soprattutto Macron e la cancelliera Angela Merkel. Con le nuove elezioni tedesche, però, il trattato del Quirinale, metterà in difficoltà la relazione franco-tedesca? O invece si parlerà di un rapporto a tre?

In Francia si dice che quando le cose vanno male con la Germania, si guarda all’Italia. Ma non funziona così: l’Europa si costruisce a 27, non bisogna cercare nelle diverse alleanze i sostituti di uno o dell’altro, sono rapporti che si completano e si rafforzano

Emmanuel Macron

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Tutte queste domande mettono in luce quelle che sono le problematiche ancora in sospeso del trattato del Quirinale. Alcune spiegazioni e chiarimenti ci sono stati dati da interviste di esperti in materia.

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© 2022 by Silvia Urciuolo

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